Dei delitti e delle pene il titolo del trattato scritto dall illuminista
lombardo Cesare Beccaria nel corso del e pubblicato l anno successivo;
un opera che fu accolta con grande successo in tutto il continente
europeo ricevendo le lodi dei massimi pensatori dell epoca. Il fine
prepostosi dal marchese Beccaria nello scrivere il trattato era quello
di sottolineare i difetti delle legislazioni giudiziarie a lui
contemporanee e nello stesso tempo di avanzare delle possibili soluzioni
per porre rimedio alle lacune e alle ingiustizie dei vari sistemi
penali. Influenzato dalle teorie esposte da Jean Jacques Rousseau nel
suo Contratto sociale ed ammiratore del pensiero del filosofo inglese
John Locke nel breve trattato Beccaria parte dal concetto della
convivenza comune: gli uomini sostiene hanno sacrificato una parte delle
loro libert accettando di vivere secondo le regole della comunit in
cambio di una maggiore sicurezza e di una maggiore utilit . L autorit
dello Stato e delle leggi quindi da considerarsi legittima finch non
oltrepassi certi limiti accettati dai governati in nome del bene comune.
Citando direttamente Montesquieu l autore ripete come ogni punizione
che non derivi dall assoluta necessit sia tirannica. Il sovrano ha il
diritto di punire ma tale diritto fondato sull esigenza di tutelare la
libert e il benessere pubblici dalle usurpazioni particolari : nessun
arbitrio deve essere perpetrato poich nel decidere l entit della pena l
unico criterio da seguire l utile sociale . Partendo da questa premessa
le proposte cardine avanzate dal filosofo sono le seguenti: una decisa
battaglia contro l oscurit delle leggi perch questa conduce a una variet
di interpretazioni spesso arbitrarie che favoriscono gli abusi; la
necessit di rendere pubblici i giudizi per non dar adito a sospetti di
ingiustizia e tirannide e la necessit di estirpare il sistema delle
denuncie anonime pratica che alimenta i riprovevoli istinti della
vendetta e del tradimento; l opposizione netta alla tortura e alla pena
di morte. woolrich bologna
La prima non garantisce l emergere della verit oltre ad essere una
pratica disumana poich davanti al dolore fisico chiunque sarebbe
disposto a confessare qualsiasi delitto. Inoltre seguendo il principio
esposto dal Beccaria nei primi capitoli siccome il diritto di punire non
deve andare oltre la necessit di tutelare i cittadini dagli elementi pi
pericolosi non giusto accanirsi sugli accusati prima di aver provato la
loro colpevolezza. Riguardo la pena di morte essa va abolita in quanto
viene meno allo spirito del contratto sociale nessun uomo disposto a
dare la propria vita in nome della convivenza comunitaria e perch non un
deterrente efficace contro la criminalit : secondo Beccaria spaventa pi
l idea di una lunga pena detentiva che non l idea di una pena durissima
ma istantanea. importante anche che la pena segua in tempi brevi il
reato commesso per non lasciare l indiziato nell incertezza riguardo la
sua sorte e per imprimere nella mente dei cittadini la consequenzialit
di colpa e pena. Altri due principi fondamentali e innovatori del
trattato sono l attribuzione di un carattere laico alla pena e l
importanza della prevenzione dei delitti. Beccaria separa nettamente la
nozione di peccato da quella di crimine la punizione per essere venuti
meno alle leggi non ha niente a che spartire con l espiazione di un
peccato nel senso cristiano: la pena assegnata dall autorit giudiziaria
solo un mezzo per impedire che avvengano o si ripetano determinate
violazioni. Ma soprattutto importante cercare di prevenire i crimini
educando alla legalit ; bisogna fare in modo che le leggi siano chiare e
facili da comprendere per tutti che siano rispettate e temute. woolrich donna
In definitiva lo scopo della pena fare in modo che un danno commesso
nei confronti della societ non si ripeta e di scoraggiarne altri: la
pena non pi nella visione di Beccaria uno strumento per raddoppiare con
altro male il male prodotto dal delitto commesso ma uno strumento per
impedire che al male gi arrecato se ne aggiunga altro ad opera dello
stesso criminale o ad opera di altri che dalla sua impunit potrebbero
essere incoraggiati. La pena un mezzo di difesa un mezzo di prevenzione
sociale. La fredda razionalit del pensatore milanese il filo che tiene
unita l opera: le sue considerazioni tengono sempre presente quella che l
utilit pratica dei provvedimenti presi o da prendere resta ben poco
spazio a considerazioni di ordine morale come ben evidenzia la posizione
dell autore nei confronti della pena di morte. Questa va abolita perch
non consegue gli scopi prefissi soprattutto per tale motivo va
eliminata: la sua crudelt la sua irreparabilit sono marginali tanto vero
che Beccaria nel suo trattato indica anche delle eccezioni nelle quali
il ricorso alla pena capitale ammissibile. Questo tipo di atteggiamento
ha attirato qualche critica al trattato in tempi recenti poich il
calcolo utilitaristico dei vantaggi e degli svantaggi delle pene non
deve essere la sola base dei sistemi penali ma in essi deve trovar posto
il rispetto della persona umana quei diritti inviolabili dell uomo che
ancora oggi molto fanno dibattere. Va per detto che se possibile
ravvisare prese di posizione discutibili in alcune pagine de Dei delitti
e delle pene in altre Beccaria sottolinea come l imputato debba essere
sempre considerato persona e non cosa e come non possa esistere libert
laddove questo principio non venga rispettato. Malgrado alcune
affermazioni criticabili agli occhi moderni l opera di Cesare Beccaria
resta un passo avanti fondamentale nella storia dello sviluppo civile
del mondo occidentale: sia per il successo che ebbe dalla Russia di
Caterina II che voleva l illuminista tra i suoi consiglieri agli Stati
Uniti di Jefferson tale da smuovere le coscienze su argomenti basilari
per la formazione di una societ giusta e democratica sia per l utilit
pratica che dimostr visto che molte delle misure auspicate nel trattato
vennero effettivamente messe in pratica in diversi stati. woolrich uomo
Pin preso da spavento prima e poi da gioia: tutto stato cosi bello e l
odore della polvere cos buono. Ma la cosa che lo spaventa davvero che le
rane tacciono d improvviso e non si sente pi niente come se quello
sparo avesse ucciso tutta la terra. Poi una rafia molto distante
ricomincia a cantare e poi un altra pi vicina e altre pi vicine ancora
finch il coro riprende e a Pin sembra gridino pi forte molto pi forte di
prima. E dalle case un cane abbaia e una donna si mette a chiamare
dalla finestra. Pin non sparer pi perch quei silenzi e quei rumori gli
fanno paura. Per un altra notte torner e non ci sar nulla che potr
spaventarlo e allora sparer tutti i colpi della pistola anche contro i
pipistrelli e i gatti che girano a quell ora intorno ai pollai. Ora
bisogna trovare un posto dove nascondere la pistola: il cavo d un albero
d ulivo; o meglio: sotterrarla o meglio ancora scavare una nicchia
nella parete erbosa dove sono i nidi di ragno e coprire tutto con
terriccio ed erba.
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